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Castiglione d' Orcia

Castiglione d’Orcia è un comune della Provincia di Siena, che conta 2.483 abitanti. Comprende al suo interno le frazioni di Gallina, Poggio Rosa, Campiglia d’Orcia, Ripa d’Orcia, Bagni San Filippo ( piccola, ma suggestiva località termale; le rocce calcaree sono state scavate dall’acqua sulfurea, formano anche grandi vasche, dove si può godere di un bellissimo spettacolo, fra piccole cascate e il bosco, che incornicia il tutto); Vivo d’Orcia (paese che si trova a 930 m s.l.m. sulle pendici del monte Amiata, è totalmente immerso nei castagneti e possiede le sorgenti dell’Ermicciolo, che sono molto importanti, perché forniscono di acqua sia Siena sia la Val di Chiana. Vi si trovano edifici religiosi risalenti all’XI secolo e appartenenti all’Eremo del Vivo, fondato da San Romualdo nel XII secolo ed un tempo abitato dai monaci Camaldolesi) e infine Rocca d’Orcia, che è strettamente legato a Castiglione, sia per la  storia sia per la grande vicinanza fra i due paesi. Nel IX secolo sia Rocca che Castiglione appartenevano all’Abbadia di San Salvatore. In entrambi i paesi si trovavano due rocche, una, quella di Rocca d’Orcia, ancora esistente e restaurata negli anni ’50-’60, per i gravi danni subiti dai bombardamenti dell’ultima guerra; l’altra, di Castiglione, caduta in rovina già dal ‘700, è crollata in tempi recenti, lasciando solo la base del castello, che doveva essere di dimensioni pressoché simili a quella ancora in piedi.

Nel paese di Castiglione d’Orcia sono visitabili la Chiesa di Santa Maria Maddalena, che ospita una Madonna con il bambino alla maniera di Pietro Lorenzetti e la Pieve dei Santi Stefano e Degna, che invece ospita una delle Madonne con il bambino di Pietro Lorenzetti del 1330 e un’altra Madonna con il bambino di Simone Martini, inoltre vi sono conservate la Madonna in trono con il bambino e santi di Giovanni di Bartolo del 1531 e la Madonna del Rosario di Vincenzo Rustici. Oltre ai luoghi religiosi, questo piccolo paesino accoglie  la suggestiva piazza dedicata al pittore e scultore castiglionese Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta. La piazza è nel cuore del centro storico; ha forma triangolare, posta su un pendio e lastricata con un acciottolato in pietre non lavorate, ha un pozzo in travertino del 1618 al suo centro e vi si affaccia il vecchio Palazzo del Comune.

 

Rocca d'Orcia

La rocca di Castiglione d’Orcia appartenne fino al XIII secolo alla famiglia degli Aldobrandeschi. Fu, infatti, nel 1251, che i Senesi sottomisero Castiglione, rendendola definitivamente parte  del comune. I resti della rocca sono scarsi, sia per lo stato di abbandono, in cui è stata lasciata dalla fine della “Guerra di Siena” del XVI secolo, sia soprattutto per i gravi danni subiti durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. L’aspetto doveva avvicinarsi molto a quello di un classico palazzo – fortezza medievale, con  recinto in grado di contenere la popolazione in caso di cedimento delle mura cittadine.

 Rocca d'Orcia - Piazza della cisterna

La Rocca d’Orcia o di Tintinnano, poiché dopo il possesso dell’Abbadia, essa passò in mano ad una famiglia feudale discendente da Tignoso di Tintinnano, vassallo degli Aldobrandeschi, si erge in cima ad una collina rocciosa a dominio della Valle dell’Orcia. Dopo i Tignosi, non sappiamo con certezza se la rocca cadde in rovina o quella, citata in alcuni documenti del comune di Siena, era stata ricostruita più tardi. Si sa con certezza che dopo essere passata nei possessi di Siena, essa arrivò nelle mani della famiglia dei Salimbeni, che la abitarono dalla seconda metà del XIII secolo fino alla fine del XIV secolo. Nel 1377, il castello ospitò Santa Caterina da Siena, che amica della famiglia dei Salimbeni cercò di appianare i dissidi, che c’erano fra questi ultimi e il comune di Siena. Si racconta che la Santa imparò a leggere e a scrivere, proprio alla Rocca, grazie ad un miracolo. Ancora oggi si trova, nel vecchio borgo, la casa, che, una volta, fu abitata per quel rigido inverno da Caterina. I Senesi riuscirono a rimpossessarsi della fortificazione nel 1419, costringendo all’esilio la famiglia dei Salimbeni. 

Nel paese di Rocca d’Orcia sono visitabili, oltre alla Rocca, la Chiesa di San Simeone, la Chiesa di San Sebastiano e la Chiesa della Madonna di Manno; inoltre è possibile passeggiare nella piazza della Cisterna, nel Borgo Maestro. In questa piazza, pavimentata con grosse pietre e circondata da case ben conservate, si trovano due pozzi: il principale sorge sulla cisterna ed è ornato da stemmi medioevali, il secondo si trova sotto ad un ombroso tiglio. Una casa, riconoscibile per il campaniletto a vela, era quella che, un tempo, ospitava il palazzo comunale.

 Autore: Lorenzo Bordellini - Val d’Orcia, Siena

Val d’Orcia

La Val d’Orcia è caratterizzata da un susseguirsi di rilievi collinari, segnata dal tracciato medievale della via Cassia, che collegava Roma al Nord Italia. Quindi, in tempi antichi era un luogo di passaggio per merci, che viaggiavano dal Sud al Nord della penisola. Il sistema insediativo della valle si incrementò decisamente intorno al X – XI secolo, epoca in cui l’affermarsi della feudalità portò all’organizzazione di un sistema di castelli e fortezze. Oggi, la valle è sfruttata quasi completamente dal punto di vista agricolo, ospitando soprattutto coltivazioni di cereali, vigne e oliveti. Tantissimi poderi dominano la vallata e dall’alto delle loro piccole collinette sembrano controllare tutto quello che accade sotto di loro. Proprio per la propria spettacolarità del paesaggio è fra queste colline, che hanno fatto da teatro a numerose pellicole cinematografiche, come ad esempio Ridley Scott che ha ambientato alcune delle più belle scene del “Gladiatore”, interpretato da Russell Crowe, in questi splendidi scenari senza tempo.

La valle è anche un importante parco naturale, artistico e culturale e dal 2 Luglio 2004 è stato riconosciuto come Patrimonio mondiale dell’Umanità  dall’UNESCO.

Il paesaggio della Val D'Orcia fu celebrato dai pittori della Scuola Senese, che fiorì nel Rinascimento. Immagini della Val D'Orcia, e particolarmente le descrizioni di paesaggi in cui la gente è ritratta come vivente in armonia con la natura, sono diventate icone del Rinascimento ed hanno profondamente influenzato lo sviluppo della filosofia del paesaggio.

Questi sono i fatti che hanno giustificato il riconoscimento della Val d'Orcia come patrimonio mondiale dell'UNESCO

 

 

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